Arriva l’estate!

Come aiutare le nostre piante ad affrontarla al meglio


Vuoi bene alle tue piante? Si avvicina l’estate, periodo in cui la loro resilienza può essere messa a dura prova. Ecco dei consigli su come prepararle ad affrontare il caldo, l’aumentato rischio di parassitosi e spesso anche la nostra assenza da casa o ufficio. Sono accorgimenti basati sulla nostra esperienza nella cura delle piante da appartamento, ma anche sui racconti dei nostri clienti e sulla competenza di alcuni nostri fornitori.

Agisci prima

La parola d’ordine è prevenzione. Chiedersi fin dalla primavera cosa fare è sicuramente la cosa giusta. Una pianta forte sarà infatti in grado di affrontare eventuali stress termici, idrici e biotici molto meglio e di riprendersi più in fretta. Perciò è molto importante:

1. Nutrire

Per mantenerci sani abbiamo tutti bisogno di nutrirci in modo adeguato. Il cibo delle piante è il concime, che è importante fornire con regolarità durante tutto l’anno e a maggior ragione nel periodo in cui, stimolate dall’aumento di luce, consumano più energie per la crescita: cioè in primavera e in estate. Per le piante da appartamento una soluzione molto comoda è il concime liquido, pensato per essere aggiunto comodamente all’acqua di innaffiatura e ridurre rischi da eccesso. Esistono formulazioni diverse a seconda del tipo di pianta, ma per tutti i concimi liquidi vale il consiglio di fornirlo almeno una volta al mese, o due se le piante sono in fase di crescita sostenuta. Le piante denutrite hanno per esempio una superficie fogliare più debole e più aggredibile da insetti succhiatori, si sfoltiscono più facilmente e sono in generale meno resistenti a caldo e siccità. Scopri i concimi che abbiamo selezionato per le piante da appartamento: Universale; per Piante verdi; per Piante grasse; per Orchidee e Tillandsia. Li trovi tutti QUI.

2. Prevenire

Con l’aumento delle temperature aumentano anche le popolazioni di insetti che si nutrono della linfa o delle foglie delle piante. Che voi teniate le piante all’interno, o che scegliate di fargli passare fuori la bella stagione, è quasi impossibile evitare il contatto con uno o più tipi di parassiti. Ma è possibile, anzi è fortemente consigliato, fare in modo che durante questo contatto gli insetti non trovino un ambiente favorevole alla loro riproduzione. Come detto prima, piante ben nutrite sono anche più resistenti ai parassiti. Ma ci sono anche tante sostanze di origine naturale che agiscono da repellenti e da insetticidi nei confronti di diversi parassiti delle piante, senza rischi di inquinamento o di tossicità per esempio verso animali domestici, bambini e insetti utili. Tutte possono essere utilizzate al bisogno per problemi specifici, ma danno sicuramente il meglio se usate in modo preventivo. Un prodotto molto utile in questo senso è l’olio di Neem. Estratto dai frutti dell’Azadirachta indica, l’olio di Neem ha diverse funzioni utili: ha un’azione repellente, riducendo la probabilità che gli insetti scelgano la nostra pianta per formare una colonia (ma tiene lontano per esempio anche formiche e zanzare) e ostacolandone il nutrimento una volta a contatto; è insetticida e inibitore della crescita per molti parassiti, dagli afidi ai lepidotteri; è un rinvigorente fogliare che rende le piante più resistenti. Inoltre è uno dei pochi prodotti naturali a essere assorbito dalla pianta e ad agire quindi in modo sistemico e più a lungo. Fare nebulizzazioni periodiche di olio di Neem durante tutto l’anno (ogni mese), ma in particolar modo dall’inzio della primavera (ogni 15 giorni), è una coccola in più per le nostre amiche verdi e un trattamento preventivo molto efficace per ridurre i rischi di parassitosi e per debellarle più facilmente. Lo trovi QUI.

3. Rinforzare

Oltre a nutrire le nostre piante e a effettuare trattamenti preventivi delle parassitosi, la ciliegina sulla torta è usare un prodotto che aumenti in modo specifico la resistenza delle piante a stress termici e idrici, cioè: caldo mortale e siccità, una combinazione che può essere fatale. Noi consigliamo fortemente l’Algatron, un biostimolante prodotto dalla Cifo a partire dall’alga Macrocystis integrifolia. Fornire l’Algatron per qualche settimana alle nostre piante ne rende le cellule meno soggette alla disidratazione e al collasso. In questo modo, anche se molto assetate, saranno in grado di riprendersi più facilmente perché i loro tessuti saranno rimasti integri. Questo può essere molto utile in previsione del caldo o di un periodo di assenza. Cominciamo, per esempio, in primavera inoltrata o all’inizio dell’estate e diamolo ogni 10-12 giorni (sul terreno o per nebulizzazione sulle foglie) per avere un effetto massimo nelle settimane estive centrali. Anche in questo caso quindi agire prima è fondamentale. Ma le proprietà dell’Algatron non finiscono qui: come per il forte caldo, la sua azione è utile anche in previsione del gelo invernale ed è inoltre stimolante per la germinazione e lo sviluppo radicale, dimostrandosi perciò prezioso dopo i rinvasi o quando interriamo le talee nel ridurre i rischi di mancato attecchimento. Possiamo inoltre nebulizzarlo sulle foglie se pensiamo che la pianta stia soffrendo per eccesso di acqua. L’Algatron è in definitiva un buon alleato tutto l’anno. Lo trovi QUI.

Assicura le giuste condizioni

Bene. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo per preparare le nostre piante, ora è arrivato il momento di assicurarci che durante il periodo di caldo o di nostra assenza abbiano tutto quello che gli serve, cioè la luce adeguata e la giusta dose di acqua.

Né tintarella, né catacomba

La luce è l’elemento determinante nella cura delle piante, non smetteremo mai di ripeterlo. Costituisce infatti lo stimolo per l’innesco della fotosintesi clorofilliana, la base della fisiologia vegetale. Per questo consigliamo sempre di fornire loro più luce possibile. Neanche il sole diretto deve spaventarci per la maggior parte delle piante e per la maggior parte dell’anno, a eccezione di quello della parte centrale della giornata nella bella stagione. In questo caso possiamo scegliere una posizione più arretrata o filtrare il sole con una tenda leggera. Stiamo però attenti a non oscurare eccessivamente le fonti di luce. Spesso infatti abbiamo la necessità di farlo d’estate per ridurre la temperatura in casa e poter fare meno ricorso a ventilatori e condizionatori (un’abitudine che va nella direzione giusta della riduzione del consumo energetico), ma se abbiamo piante in casa dobbiamo ricordarci anche di loro. Tradotto: quando abbassiamo le tapparelle avviciniamo di più le piante alle finestre o se possiamo mettiamole fuori (in posizione semi-ombreggiata).

Allo stesso modo, se andiamo via per un po’ è fondamentale lasciare sempre una fonte di luce. Se abbiamo tante piante possiamo per esempio individuare un’unica stanza dove radunarle tutte. Se invece siamo costretti a oscurare tutte le finestre per motivi di sicurezza, non rimangono che due alternative: portare le piante fuori o utilizzare sistemi di illuminazione artificiale specifici per la crescita delle piante. Da WILD abbiamo adottato per esempio delle pratiche lampadine fitostimolanti a led con attacco universale E27, montabili sulla maggior parte dei portalampade e dal consumo ridotto, in grado di integrare o sostituire completamente la luce solare. Le trovi QUI con tutte le indicazioni di utilizzo.

Un’ultima considerazione sulla luce. La fotosintesi è un processo che consuma acqua. Ne deriva che più luce ricevono le piante, più acqua consumano e viceversa. Questo ha soprattutto due implicazioni. Da un lato, se non hanno luce a sufficienza non riescono a utilizzare l’acqua che gli diamo: da ciò derivano tanti problemi di eccesso di umidità del substrato. Dall’altro lato, se abbiamo bisogno che le piante resistano più a lungo senza innaffiature, come quando siamo via d’estate, possiamo per esempio ridurre l’esposizione oscurando parzialmente la finestra o filtrando la luce con una tenda leggera. Ma prendete questa osservazione con le pinze: va bene evitare la tintarella, ma non lasciamo le nostre piante in una catacomba!

Riserva d’acqua o angelo custode

“L’ho lasciata nel lavandino pieno d’acqua, e al mio ritorno l’ho trovata così”. Ecco, a meno che non si parli di piante palustri o acquatiche, evitiamo di lasciarle a bagno, magari al buio o lontane dalle finestre, se non vogliamo ritrovarle in condizioni critiche. Il problema però esiste: come facciamo a garantire la giusta riserva di acqua quando siamo via?

Due soluzioni per periodi di medio-breve durata sono sicuramente i coni e i vasi con riserva d’acqua. Da WILD abbiamo testato e selezionato quelli prodotti dalla Ehlo. Perché? Innanzitutto perché sono efficaci. I conetti Aqua care sono utilizzabili come la maggior parte dei prodotti simili infilandoli nella superficie del terriccio e riempiendoli di acqua. L’acqua verrà rilasciata gradualmente alla terra e consentirà di allungare di qualche giorno l’autonomia della pianta. Li puoi trovare QUI. I Self-watering insert sono invece degli inserti adattabili ai coprivaso Ehlo o ad altri coprivasi delle giuste dimensioni, che siano in plastica o in ceramica. Tramite l’apposito foro di irrigazione, l’acqua fornita si accumulerà sul fondo del coprivaso e verrà poi assorbita per capillarità dalla terra (la cosiddetta sub-irrigazione). Garantendo una riserva per più settimane, sono una perfetta soluzione per il periodo estivo. Dosare la quantità di acqua è facilissimo: gli inserti sono dotati di un galleggiante che mostra il livello di acqua residua. Questo ne fa un’alternativa molto efficace ai classici vasi di coltura, soprattutto per chi è alle prime armi o ha spesso il dubbio se innaffiare o meno, ma anche per i più esperti che vogliono alleggerire un po’ l’impegno della cura delle piante. Li trovi QUI, con le indicazioni per scegliere la giusta misura per il tuo coprivaso o per quelli adatti presenti sul nostro webshop (chiedici informazioni se avete dubbi). La seconda ragione per cui Ehlo si è guadagnata tanti punti a favore durante la nostra selezione è che utilizza per la propria produzione plastica riciclata e solo energia rinnovabile proveniente dal proprio impianto eolico. Un aspetto per niente secondario.

Se poi la nostra necessità è quella di garantire alle piante un’autonomia per più di due o tre settimane, allora non rimane che attrezzarsi con sistemi di irrigazione automatica, rivolgendosi a vivai, brico o centri giardinaggio, o affidarsi a qualche angelo che se ne prenda cura: custodi, amici, parenti, assicurandoci che ne siano in grado, oppure uno dei vari servizi di plantsitting che cominciano a nascere in tante città e che dovrebbero offrire (si spera) un servizio più professionale.

Ricordiamoci inoltre che molte piante che consideriamo “da appartamento” sono originarie di climi con un buon grado di umidità ambientale. Non disdegneranno quindi con l’aumento delle temperature delle sporadiche nebulizzazioni (2-3 volte alla settimana), utili a idratare le foglie e a favorire la termoregolazione tramite l’evaporazione dalla superficie. Fate solo attenzione alle foglie più vellutate, come per esempio quelle della Maranta leuconeura, sulle quali le gocce più grosse di acqua possono imprigionarsi e creare delle macchioline necrotiche più scure. E non eccedete con piante soggette a malattie fungine, come per esempio il genere Begonia. Utilizzate quindi spruzzini con una nebulizzazione fine, come quelli che trovate QUI, non eccedete se non necessario e utilizzate di preferenza acqua poco calcarea per evitare gli aloni bianchi.

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