PLANT CARE
Sei arrivato su questa pagina perché hai adottato o ricevuto una nostra pianta e hai trovato sul vaso il QR Code che ti ha portato qui? Stai pensando di acquistarne una dal nostro webshop e desideri scoprire di cosa ha bisogno? O semplicemente vuoi approfondire le esigenze del verde da interno? Probabilmente sei nel posto giusto. In questa pagina condivideremo infatti tutto ciò che sappiamo sulla cura delle piante da appartamento, cominciando dalle basi, il loro fabbisogno di luce e acqua.
Sui vasi delle nostre piante, di fianco ai simboli di luce e acqua, trovi tre pallini che corrispondono a fabbisogni bassi, medi o alti. Nella scheda di ogni pianta sul webshop trovi invece questo schema:
Fabbisogno di luce: basso / medio / alto
Fabbisogno di acqua: basso / medio / alto
I valori in grassetto sono quelli specifici della pianta in questione. Nell’esempio sopra la pianta ha quindi un fabbisogno di luce medio e uno di acqua alto. Comprenderai che una classificazione così schematica non può essere esaustiva e va presa con le pinze, ma crediamo sia un buon punto di partenza per capire di cosa ha bisogno la tua pianta, o se una pianta che stai pensando di adottare può fare o meno al caso tuo. Di seguito spieghiamo cosa intendiamo con le definizioni che utilizziamo negli schemi, ribadendo che ogni relazione con le piante è unica e non si può limitare a seguire delle istruzioni, ma si costruisce nel tempo in base all’ambiente che condividiamo con loro, all’esperienza diretta e alle esigenze specifiche di ogni persona e di ogni pianta. E questo è l’aspetto più divertente!
Fabbisogno di luce
Prima di tutto vogliamo sfatare un mito: la luce non è quasi mai un pericolo per le piante in casa. Anzi, è indispensabile che ricevano dalle 8 alle 12 ore di luce di buona intensità, secondo la stagione. Può essere eccessiva la luce diretta del sole, per alcune piante, solo nel periodo compreso fra aprile e settembre, per il resto dell’anno no! E attenzione: per luce “diretta” si intende solo quando il sole batte proprio sulla pianta. Il nostro consiglio è quindi di posizionare le piante il più possibile davanti al vetro di una finestra, dunque non solo vicino (in generale una buona posizione è non più distante di un metro e mezzo dal vetro), ma anche frontalmente, quindi non sulla parete di fianco o al di sotto o al di sopra del vetro, dove si uscirebbe dal fascio di luce (a questo proposito, potrebbe interessarti il nostro articolo La luce giusta). Fatta questa doverosa premessa, i valori che usiamo negli schemi cercano di indicare le condizioni minime di luce da assicurare a una determinata pianta.
- Basso: buona luce indiretta. Basta per esempio una finestra esposta a Nord senza schermature. Di solito le piante con questo fabbisogno vanno protette dal sole diretto nella bella stagione.
- Medio: ottima luce indiretta o luce parzialmente diretta. Esempi: finestra esposta a Nord senza schermature; finestra esposta a Est o a Ovest, da cui entrino raggi diretti solo la prima metà della mattina o la seconda del pomeriggio; raggi da una finestra esposta a Sud schermati da una tenda filtrante. Di solito queste piante vanno protette dal sole diretto solo nelle ore centrali della giornata tra aprile e settembre.
- Alto: luce molto intensa o diretta. Esempi: finestra a Sud, Sud-Ovest o Sud-Est anche senza schermature oppure finestra a Nord se la pianta è molto vicina al vetro e non ci sono schermature. Si tratta di solito di piante arboree, palme o succulente che possono essere esposte direttamente al sole tutto l’anno o vanno protette eventualmente solo nelle ore centrali delle giornate estive.
Molte delle difficoltà nella cura delle piante nascono da una scarsa esposizione. L’energia solare rende possibile la fotosintesi, processo nel quale è utilizzata anche acqua: senza quello stimolo l’acqua resta nel terriccio e può causare marciumi. Inoltre la pianta non riesce a produrre abbastanza zuccheri per il proprio metabolismo e diventa più debole. La luce è la base. Una volta che ci siamo assicurati che le nostre piante ricevano la giusta illuminazione, tutto il resto è più facile.
Fabbisogno di acqua
Il consiglio che ci sentiamo di dare in linea generale è di non innaffiare se il terriccio è ancora umido. Crediamo infatti che le indicazioni di innaffiare con una determitata frequenza (per esempio, una o due volte alla settimana) o di “mantenere il terriccio umido” siano fuorvianti.
Le piante infatti consumano più acqua se esposte a più luce o a temperature più alte e viceversa. Quindi la frequenza può variare per esempio in base alla posizione, al periodo dell’anno e persino al meteo di settimana in settimana. Inoltre bisogna considerare che nei nostri interni, per quanto luminosi, l’intensità di luce diminuisce sempre rispetto all’esterno, riducendo di conseguenza il fabbisogno idrico delle piante. Un terriccio costantemente umido in più è il luogo ideale per lo sviluppo di insetti, muffe e funghi patogeni in generale. La maggior parte delle piante tollera una breve siccità, e se una pianta assetata riesce nella maggior parte dei casi a riprendersi, una pianta le cui radici o il cui fusto cominciano a marcire è molto più difficile o in alcuni casi impossibile da salvare.
Quindi lasciamo pure asciugare il terriccio prima di innaffiare. Come fare a capire se il terriccio è ancora umido? Possiamo tastare con il dito lo strato un paio di centimetri sotto la superficie o quello che si vede dai fori di scolo del vaso. Un terriccio più asciutto è inoltre più chiaro alla vista e se proviamo a sollevare il vaso ci accorgeremo che è più leggero. Con il tempo poi si impara a riconoscere anche i segnali delle piante: molte manifestano la disidratazione abbassando le foglie, qualcuna piegando gli steli, qualcun’altra assumendo un colore più chiaro. Farsi guidare dalle piante, seguire il loro ritmo e non uno schema preimpostato, può sembrare più difficile, ma permette di entrare più in sintonia con loro e fare meno errori.
La regola di bagnare solo a terriccio asciutto è valida per la maggioranza delle piante da appartamento. Ciò che le differenzia è soprattutto il tempo che può intercorrere da quando il terriccio si è asciugato alla nuova innaffiatura, ovvero la resistenza alla siccità. Avremo quindi un fabbisogno di acqua:
- Basso: resistenza anche a periodi prolungati di siccità. Sono di solito piante arboree, palme o succulente come i cactus e alcune Euphorbia, ma anche per esempio Zamioculcas e Sansevieria.
- Medio: resistenza a qualche giorno di siccità. Si tratta della maggior parte delle piante da interno.
- Alto: necessità di innaffiare appena il terriccio si è asciugato. Alcuni esempi sono la Fittonia e il Ficus pumila, che si disidratano facilmente.